Nel territorio di San Biagio di Callalta sono venuti alla luce reperti risalenti al periodo paleoveneto. Il primo agglomerato della futura S.Biagio cominciò ad acquisire importanza con i Romani e con la costruzione della via che lo attraversava. Molte vestigia risalenti a quell'epoca sono state rinvenute in vari siti: frammenti fittili a Rovarè, un'anfora vinaria ed un'urna funeraria a Spercenigo, una tomba ad incinerazione a Ca'Lion.
San Biagio deve il suo nome sia alla devozione del santo omonimo (vescovo e martire) sia alla strada militare "Callis Alta" (l'odierna SS.53 'Postumia'), costruita in epoca tardo romana, dopo che era stato cancellato il tracciato dell'antica via che univa i municipi di Tarvisium e Opitergium.
In epoca tardo romana (III-IV secolo d.C.) sono nominati due siti presenti nel territorio di S.Biagio: Prandecinum (dove secondo la leggenda sorgeva la 'Fortezza di Prando', soldato di Altino) corrispondente all'attuale Rovarè, e Caurillium (probabilmente 'recinto o pascolo per le capre') corrispondente all'attuale Cavrie.
Con l'avvento del cristianesimo, nei due siti sorgono due chiese: S.Maria de Caurillium, una delle prime chiese nominate come appartenenti alla nuova Diocesi di Tarvisium e S.Lorenzo a Prandecino, distrutta nei primi decenni del 1800. A Rovarè si tiene ancora oggi l'antichissima Fiera di S.Lorenzo .
Altre antiche chiese nel territorio di S.Biagio sono S.Martino (in basso a sinistra), S.Floriano (a destra), S.Menna (in alto a destra), S.Sisto a Nerbon (in basso a destra), ora dedicata al Redentore, costruita sopra un tumulo precedente, la chiesa di Spercenigo e la vecchia pieve di S.Biagio (in alto a sinistra), costruita alla fine del 1300 e oggi in rovina.
Sul finire del X secolo, i territori della futura S.Biagio fanno parte della zona d'influenza della potente Abbazia di Monastier. L'opera dei benedettini portò allo sviluppo degli abitati di Rovarè, Fagarè e S.Andrea di Barbarana.
Nel 1314 la pieve conosciuta come 'Caurille' si sposta a sud della 'Callis Alta', strada militare e argine a difesa dalle inondazioni del Piave, e prende il no me di 'Sancti Blasi de Cornudella' ad in dicare una biforcazione della strada stessa.
La Callalta divideva il territorio di S.Biagio in due parti: la parte a Nord apparteneva alla Zosagna di Sopra e comprendeva le località di Cavrie, Valdrigo, Camporocoler, S.Biagio, Campolongo, Fagarè, Volta di Fagarè e Villatella, la parte a Sud apparteneva all a Zosagna di Sotto e comprendeva Spercenigo, Bagnon, Rovarè, Riva de Perdencin, Nerbon, S.Florian e Villa Cucca.
Durante il periodo di appartenenza alla Repubblica di Venezia S.Biagio godette di relativa tranquillità e sul suo territorio furono costruite magnifiche ville, erette dai nobili e dai patrizi della Serenissima. Alcune di esse sono sopravvissute fino ai giorni nostri: Villa Navagero-Erizzo a Rovarè costruita alla fine del '600 (al centro), Villa Mariani e Villa Marzotto-Caotorta a Spercenigo (a destra) e Villa De Rossi a Cavrie (a sinistra). Il più splendido esempio, purtroppo perduto, era la Villa da Lezze a Rovarè .
San Biagio deve il suo nome sia alla devozione del santo omonimo (vescovo e martire) sia alla strada militare "Callis Alta" (l'odierna SS.53 'Postumia'), costruita in epoca tardo romana, dopo che era stato cancellato il tracciato dell'antica via che univa i municipi di Tarvisium e Opitergium.
In epoca tardo romana (III-IV secolo d.C.) sono nominati due siti presenti nel territorio di S.Biagio: Prandecinum (dove secondo la leggenda sorgeva la 'Fortezza di Prando', soldato di Altino) corrispondente all'attuale Rovarè, e Caurillium (probabilmente 'recinto o pascolo per le capre') corrispondente all'attuale Cavrie.
Con l'avvento del cristianesimo, nei due siti sorgono due chiese: S.Maria de Caurillium, una delle prime chiese nominate come appartenenti alla nuova Diocesi di Tarvisium e S.Lorenzo a Prandecino, distrutta nei primi decenni del 1800. A Rovarè si tiene ancora oggi l'antichissima Fiera di S.Lorenzo .
Altre antiche chiese nel territorio di S.Biagio sono S.Martino (in basso a sinistra), S.Floriano (a destra), S.Menna (in alto a destra), S.Sisto a Nerbon (in basso a destra), ora dedicata al Redentore, costruita sopra un tumulo precedente, la chiesa di Spercenigo e la vecchia pieve di S.Biagio (in alto a sinistra), costruita alla fine del 1300 e oggi in rovina.
Sul finire del X secolo, i territori della futura S.Biagio fanno parte della zona d'influenza della potente Abbazia di Monastier. L'opera dei benedettini portò allo sviluppo degli abitati di Rovarè, Fagarè e S.Andrea di Barbarana.
Nel 1314 la pieve conosciuta come 'Caurille' si sposta a sud della 'Callis Alta', strada militare e argine a difesa dalle inondazioni del Piave, e prende il no me di 'Sancti Blasi de Cornudella' ad in dicare una biforcazione della strada stessa.
La Callalta divideva il territorio di S.Biagio in due parti: la parte a Nord apparteneva alla Zosagna di Sopra e comprendeva le località di Cavrie, Valdrigo, Camporocoler, S.Biagio, Campolongo, Fagarè, Volta di Fagarè e Villatella, la parte a Sud apparteneva all a Zosagna di Sotto e comprendeva Spercenigo, Bagnon, Rovarè, Riva de Perdencin, Nerbon, S.Florian e Villa Cucca.
Durante il periodo di appartenenza alla Repubblica di Venezia S.Biagio godette di relativa tranquillità e sul suo territorio furono costruite magnifiche ville, erette dai nobili e dai patrizi della Serenissima. Alcune di esse sono sopravvissute fino ai giorni nostri: Villa Navagero-Erizzo a Rovarè costruita alla fine del '600 (al centro), Villa Mariani e Villa Marzotto-Caotorta a Spercenigo (a destra) e Villa De Rossi a Cavrie (a sinistra). Il più splendido esempio, purtroppo perduto, era la Villa da Lezze a Rovarè .
Dopo il periodo napoleonico e quello austriaco, il Comune di S.Biagio mantenne una configurazione stabile, identica a quella odierna.
L'avvenimento storico di gran lunga più importante accaduto a S.Biagio è la Battaglia del Solstizio durante la Grande Guerra, che ha investito i luoghi e la gente lasciando segni e ricordi indelebili. Ai caduti della Grande Guerra è dedicato il Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia.
Toponomastica. Alcuni nomi di frazioni e località sono riportati qui perchè mantengono traccia delle origini e dell'evoluzione dei centri abitati:
Fagarè deriva dal latino fagus (faggio) e fagaretum (faggeto, bosco di faggi)
Rovarè deriva dal latino robur (quercia, rovere) e roboretum (rovereto, bosco di querce)
Cavrie forse è l'antica Caurilium poi citata come Caurille, il cui etimo può essere legato alla parola capra.
Spercenigo era chiamata Sperzenigo ai tempi della Serenissima, il nome deriva dal latino 'super coenum vicus' (villaggio sopra il fango o palude)
Ca'Lion deriva dal nome dell'antica famiglia dei Lion che su quelle terre viveva. La famiglia possedeva una villa, in seguito distrutta, citata dallo storico Carlo Ridolfi nel 1648 come dimora affrescata dal Peranda che soggiornò a Villa Cucca nel 1630 durante la peste di Venezia.
Villa Cucca da cui deriva il nome della Via Cucca, era un antico villaggio lungo la Callalta. Qui esisteva Villa Savorgnan distrutta verso il 1830, ricostruita nel corso dello stesso secolo (forse col nome di Villa Cucco), poi scomparsa durante la grande guerra.
L'avvenimento storico di gran lunga più importante accaduto a S.Biagio è la Battaglia del Solstizio durante la Grande Guerra, che ha investito i luoghi e la gente lasciando segni e ricordi indelebili. Ai caduti della Grande Guerra è dedicato il Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia.
Toponomastica. Alcuni nomi di frazioni e località sono riportati qui perchè mantengono traccia delle origini e dell'evoluzione dei centri abitati:
Fagarè deriva dal latino fagus (faggio) e fagaretum (faggeto, bosco di faggi)
Rovarè deriva dal latino robur (quercia, rovere) e roboretum (rovereto, bosco di querce)
Cavrie forse è l'antica Caurilium poi citata come Caurille, il cui etimo può essere legato alla parola capra.
Spercenigo era chiamata Sperzenigo ai tempi della Serenissima, il nome deriva dal latino 'super coenum vicus' (villaggio sopra il fango o palude)
Ca'Lion deriva dal nome dell'antica famiglia dei Lion che su quelle terre viveva. La famiglia possedeva una villa, in seguito distrutta, citata dallo storico Carlo Ridolfi nel 1648 come dimora affrescata dal Peranda che soggiornò a Villa Cucca nel 1630 durante la peste di Venezia.
Villa Cucca da cui deriva il nome della Via Cucca, era un antico villaggio lungo la Callalta. Qui esisteva Villa Savorgnan distrutta verso il 1830, ricostruita nel corso dello stesso secolo (forse col nome di Villa Cucco), poi scomparsa durante la grande guerra.
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