A Corbanese di Tarzo, proprio lungo il Monticano , vi consigliamo una
sosta alla Hosteria al Ponte Maset. Daniela Ulliana propone una cucina
che utilizza le eccellenze del territorio, declinate secondo la loro
naturale stagionalità, con menù che variano di settimana in settimana.
Particolarmente efficaci le carni alla griglia, realizzate nel grande
camino (una autentica delizia la tagliata di manzo con i funghi
porcini!).
Il servizio è cortese e familiare, senza mai scadere nell'untuosità o nell'invadenza.
Ed è proprio alla Hosteria al Ponte, che abbiamo degustato con piacere il prosecco di Sarah Meneguz.
La famiglia Meneguz coltiva e vinifica uve di proprietà fin dal 1750,
nel Comune di Tarzo (Treviso).Il 2 luglio 1921 la contessa Maria Del
Baldo cedette all'avo Pietro Meneguz i sei ettari della località Ghette
nella frazione di Corbanese, terreni che ancor oggi rappresentano il
corpo centrale dell'attuale azienda vitivinicola situata nel cuore della
D.O.C.G. Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore.Di generazione in
generazione si è mantenuta anche la dimensione "artigianale" dell'
azienda e la gestione familiare. Attualmente l'azienda è condotta
dall'ultimogenita Sara Meneguz, figlia di Cesare, la quale ha sempre
condiviso con il padre la passione per il vino ed il legame con il
territorio e le sue tradizioni.
Il prosecco frizzante dop Nudo ci ha colpiti in modo particolare.
“Finita la fermentazione la solforosa è usata per conservare il vino,
per limitarne l'ossidazione e per facilitare l'illimpidimento del vino
stesso – commenta Sara-. Personalmente ritengo che i solfiti aggiunti
dalla mano dell'uomo, rappresentino uno strumento di controllo
sull'espressione finale dell'uva, per questo in Nudo è stata lasciata al
vino la possibilità di evolvere solamente secondo le proprie
"direttive", quelle cioè che gli derivano, tra l'altro, dai solfiti
autoprodotti.
Il risultato è un vino dorato che evoca la luminosità del sole,
all'olfatto ed al gusto riporta alla memoria intense note di pere e mele
selvatiche, di varietà autoctone quasi scomparse su sfumature di
carruba e salice. La sua estrema purezza, garantita dal supporto di
moderne tecnologie che ci hanno permesso di rispettarne al massimo
l'integrità organolettica, sorprende svelando la complessità originaria
del frutto delle antiche vigne di famiglia.”
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